Pensierino della sera

io ti amo molto e credo, nonostante non ti biasimi,
che stiamo commettendo un piccolo errore
non penso sia giusto perdersi l'opportunità di viverci nell’intimo,

nel segreto, nel ricercato
non con la fiducia, l'interesse e, perché no, l’amore che ci unisce

Speranza Now

Oggi come oggi la mia speranza è rappresentata da una giovane coppia di amici che sta per avere una figlia e non sono sposati … non ne hanno intenzione a dir la verità. Precisamente nel fatto che entrambi non arrivano all’età di trent’anni ed entrambi fanno un lavoro che è tutt’altro che redditizio … diciamo un lavoro che può anche finire dall’oggi al domani … lo stesso mio. Un caso più unico che raro di questi tempi e si sa che la speranza risiede nelle eccezioni, proprio in quei pochi casi che per alcuni rappresentano la possibilità che le cose si possono anche fare diversamente e meglio.

Niccolò Fabi - Costruire

Morto che parla

Probabilmente userebbe queste parole:

“Che siete venuti a fare così in tanti. A pregare per me? Ma andate a raccontarlo ad un altro. Pregare è una pratica che ormai non fa più nessuno con convinzione, con fede, neanche i cristiani. Avete mai pregato per me nella vostra vita? No, e allora perché dovete farlo proprio ora, al mio funerale e non prima quando ero ancora in vita e una preghiera avrebbe potuto aiutarmi!? Ora che sono morto a che serve pregare per me? Affinché il buon Dio ascolti e si convinca che io meriti il Paradiso? E da quando Dio fa il conto delle persone che pregano per decidere su una questione di tale importanza? Forse ci vogliono 10 preghiere … ma no, per tagliare la testa al toro ed essere sicuri sono meglio 100 … e così via in Paradiso per direttissima!!! Ma ve lo immaginate Dio che si fa questi ragionamenti?! No, quando sei al bivio non si può dare così importanza al numero di preghiere giunte ai piani alti.
Allora siete venuti per darmi l’estremo saluto così come Madre Chiesa vuole? E perché mai dovrebbe salutarmi la maggior parte di voi che solo negli ultimi dieci anni non mi ha mai cercato, mai telefonato né tanto meno salutato nelle fortuite occasioni di incontro? E poi, date le premesse, mi sembra una elegante presa per il culo venirmi a salutare proprio quando io non posso rispondervi, non posso “importunarvi” con la mia presenza, con i miei pensieri, con i miei sguardi. Mi sembra tutto troppo facile e dal titolo “mi metto la coscienza a posto”.

Io non vi voglio. Siete in troppi e siete falsi. Si dice che sul punto di morte ti passa tutta la tua vita davanti e proprio per questo mi chiedo perché in questa chiesa ci sono così tanti volti che nel mio revival non hanno neanche il ruolo di comparse. È troppo forte il bisogno di poter dire – c’ero anch’io! – rispetto alla presa di coscienza che è da ipocriti fare lo sfranto al funerale della persona con la quale non si è voluto avere a che fare quando era in vita (ognuno per i suoi personali motivi, si intende). Cosa si prova ad essere lì seduto nei banchi di questa magnifica chiesa a sentire il prete che tenta di ricordare qualcosa di me, a vedere i miei parenti (loro si davvero sfranti dal dolore) che soffrono, a lasciarsi vedere dai vicini di banco? Soddisfazione? Coscienza risanata? Possibilità di uscire da questa chiesa con un peso in meno?No, la verità è che mi dispiace che siete al mio funerale perché state occupando posti tra i banchi che potevano ospitare persone più importanti e più significative di voi. Ai funerali dovrebbero esserci solo i parenti e gli amici dei parenti. Perché sono loro, i parenti, che hanno bisogno di persone al loro fianco che li aiutino a superare il dolore, ad andare avanti, a superare il momento, a fare i conti. Gli altri, quelli che partecipano perché conoscevano il deceduto, in questo caso me medesimo, devono essere centellinati. Dovrebbe essere fatta una gran selezione per difetto tra tutti quelli che si sentono in dovere di partecipare e dare il permesso solo a coloro che, al contrario, proverebbero piacere … non intendo il piacere del tipo “tiè, sono contento che sei morto e vengo a gustarmi la mia felicità vedendoti in una bara” … intendo piuttosto quelli che religiosamente avrebbero il piacere (che, tradotto, significa “bisogno”) di partecipare al funerale per vivere fino in fondo il proprio atto di dolore rispetto alla scomparsa di una persona che evidentemente era loro a cuore. Tutti gli altri se ne stiano a casa …