60 minuti

Saputo con un attimo di ritardo ... per partecipare ma non per diffondere.


"Spesso iniziative del genere fanno presto ad essere accantonate. Stupiscono ma non educano le coscienze. Eppure nell'era della comunicazione ci piace essere continuamente sorpresi: sono i cartelloni luminosi e le dimostrazioni sfolgoranti a lasciare il segno. Chissà se la paura di restare senza le luci del palcoscenico riesca a fare molto di più di uno spot in grande stile."
[Federica Vagnozzi su Underpress.it]


Ho rubato (spero mi perdonerà!?) il testo di una mia amica per cominciare a parlare di questa iniziativa australiana e mondiale perchè la frase finale mi sembra sposti l'attenzione del solito luogo comune, "non possiamo trattare così la Terra perchè cosa lasceremo altrimenti ai nostri figli!?", verso un punto secondo me più reale: la paura dei grandi di rimanere senza il giocattolo! Far capire ai "grandi" che a forza di giocarci potrebbero rimanere senza il giocattolo probabilmente è più utile che dirgli che a forza di giocarci loro rischiano di lasciare ai figli una ludoteca dismessa. Affermare questo presuppone prima pensare che agli adulti non gli interessa poi così tanto del futuro dei propri figli, o che forse gli interessa di più il proprio presente, e mi rendo conto che non è proprio un pensiero che mia nonna condividerebbe ... ma spero che presto io venga raggiunto da una illuminazione divina che me lo tolga dalla testa!

La giornata di sabato deve essere stata uno spettacolo enorme ad averla vista dallo spazio. Dall'Australia all'America, in centinaia di città sparse per il globo; alle ore 20 si sono spente per un'ora le illuminazioni di monumenti, palazzi, case, strade, ... come in una staffetta mondiale. Mano a mano che la Terra ruotava verso la notte c'era da qualche parte una luce che si spegneva e una che si riaccendeva.

Questo è il frutto di una iniziativa tutta australiana: Earth Hour. Nel sito ci sono le foto inviate dagli utenti di tutto il mondo e soprattutto ci sono indicazioni utili per il risparmio di energia nei luoghi pubblici e privati. E poi c'è il video che ho inserito qui sotto che promuove l'iniziativa. L'ho inserito direttamente nel post perchè quando l'ho visto, e all'inizio ho letto "How can we inspire people to take action on climate change?" ... ho pensato che non potevo non farlo.







Andò stò?!?!

Tra un paio di settimane si andrà al voto ... almeno per cercare di non doverci ritornare entro due anni!!!
Qualcuno è ancora indeciso su chi votare?
Allora aiutiamolo ...

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Le parole del segreto

"Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare sempre un pò diverso quando lo si esprime, un pò falsato, un pò sciocco, si, e questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un pò sciocco alle orecchie degli altri."

Hermann Hesse - "Siddharta"

Dove abita l'integrazione

Domenica sera ho visto “La passione” con due musulmani. Certo, il particolare non sta nell’aver passato con loro una serata davanti la televisione (in questi mesi Colorado Cafè è stato un appuntamento fisso!) ma nell’essere stata per me una serata televisiva decisamente diversa dal solito.

Si può dire che aver visto insieme la passione di Gesù in televisione sia un segnale di integrazione? Neanche per sogno. O per lo meno non basta. Un piccolo segnale potrebbe invece essere questo: il loro interesse nel capire alcuni particolari di quello che stavano guardando, il loro rispetto nel non disturbare la mia visione, il fatto che nel sentirmi raccontare alcuni particolari della storia di Gesù non hanno pensato che io lo stessi facendo per paragonarlo al loro Maometto. Ecco, l’integrazione funziona come tutti gli altri rapporti di convivenza: non si ottiene soltanto vivendo insieme nello stesso posto (essere vicini di casa, andare a comprare nei loro negozi, fare sport o essere a scuola con loro, non significa necessariamente essere integrati) o sapendo la vita dell’altro, ma la si ottiene vivendo con l’altro la “quotidianità” fatta di cibo, spazi proprio e spazi comuni, scuola, lavoro, conflitti emotivi. In questa situazione parlare delle proprie differenze culturali può aiutare ma il punto fondamentale sta nell’affrontarsi e capirsi sul piano delle emozioni, sentimenti, pregiudizi, paure. Un ragazzo che si arrabbia perché pensa che tu ce l’hai con lui perché lui è straniero non è una questione di differenze culturali o religiose, ma di sentimenti e pregiudizi e probabilmente il concetto di integrazione va a braccetto con quello di fiducia. Dopodiché si fa interessante ascoltare i due ragazzi musulmani che ti spiegano come Gesù è inserito nella loro religione (loro lo pregano!) e come il popolo israeliano è visto nel loro paese.

La società crea molte costruzioni mentali sugli stranieri, di solito sono delle barricate, e lo fa per difendersi, per autoregolarsi e non dover cambiare troppo. Togliendo di mezzo queste barricate (di solito innalzate nel nome della differenza culturale e religiosa), o per lo meno non facendone dei punti fondamentali, si scopre che sono persone come noi: portatori di emozioni, di valori e di conoscenza, sia nel bene che nel male … proprio come lo siano tutti noi.

Per forza a Pechino?


Probabilmente non c'è niente di peggio che dei comunisti
che vogliono fare del capitalismo...

Si è accesa una lampadina?

Oggi la questione formativa, in particolare quella scolastica, ha fatto finalmente la sua comparsa in campagna elettorale! Certo, nei soliti programmi elettorari più o meno c'è sempre stata ma poi, durante i dibattiti e gli interventi dei politici, è altrettanto solitamente scomparsa.

Oggi ne ha parlato Veltroni e se andiamo a vedere il suo programma non mi sembra strano che lo abbia fatto. Da Asti ha detto: "La scuola è il 'grande scomparso' di questa campagna elettorale, ma è il destino del Paese a richiamare l'attenzione sulla questione scuola perché non c'è un Paese che funziona senza un sistema formativo adeguato". Per questo il leader del Pd ribadisce la necessità di investire sul ruolo dei formatori. "Oggi il ruolo formativo degli insegnanti è diventato strategico per il futuro dei ragazzi per questo sono necessarie formazione, retribuzione, stabilità. Io vorrei che un insegnante che si prende in carico un ragazzo al primo anno, lo prendesse in carico fino a quando non esce dalla scuola, in quinta elementare, in terza media o al liceo fino alla maturità. C'è bisogno di continuità didattica". Per il leader del Pd è dunque necessaria "una scuola plasmata attorno ad un'idea di autonomia didattica ma il centro di tutto deve essere l'insegnante, la sua responsabilizzazione e la sua formazione".

Mettendo un attimo da parte l'analisi delle singole proposte provoca in me un certo piacere, e un pizzico di speranza, sapere che nel sistema politico odierno c'è qualcuno che parla di scuola e che pone la formazione nel ruolo strategico di pietra angolare della crescita e del buon funzionamento della società.

Tanto per non risultare troppo scorretto vi invito ad andare a leggere il programma del PDL ... anche se non ci troverete praticamente niente riguardo al tema della scuola, nè tantomeno riguardo al tema della formazione in genere ... e non perchè è graficamente più corto!

Give me five

Con un semplice gesto puoi trasformare la tua dichiarazione dei redditi in un'azione di solidarietà a favore delle attività di accoglienza, sensibilizzazione e formazione dell'Associazione Murialdo di Viterbo.

Decidendo di destinare il 5xmille a questa associazione decidi di sostenere le attività pomeridiane del Centro Aperto (30 ragazzi), le due Case Famiglia (progetti residenziali e diurni) e i progetti di affido.

Firma la dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e Modello Unico) nello spazio "sostegno del volontariato, delle Organizzazione Non Lucrative di Utilità Sociale" e indica nella riga sottostante il codice fiscale 90028280569.

Diventeremo ciechi!?

Nel 2006 si è tenuto in toscana il Roverway2006, evento europeo organizzato dalle due organizzazioni mondiali dello scoutismo e del guidismo (WOSM e WAGGGS) e rivolto ai giovani 16/22 anni. Nell’ambito di questa manifestazione è stata condotta una ricerca, sostenuta dalla Provincia di Firenze e realizzata dall’Istituto degli Innocenti fiorentino, su un campione di 2522 partecipanti provenienti da 25 paesi europei. I risultati della ricerca sono stati presentati lo scorso 15 marzo nella sede della Provincia di Firenze.

Nello specifico della sezione “Etica e legalità” (una delle sei sezioni del questionario):
- Oltre 90% accetta il sesso prematrimoniale;
- Più del 42% non esclude di poter far sesso con una persona sposata;
- Il 39% non esclude di poter abortire.

Nel comunicato sono interpretati come “apertura alla trasgressione” e finalmente, per me, c'è un allineamento agli atteggiamenti della cultura contemporanea … nel senso che non vengono fatte distinzioni religiose nel mondo giovanile. Prima o poi ci si renderà conto che, soprattutto nel mondo giovanile, non è possibile pensare che un giovane credente sia poi così tanto diverso negli atteggiamenti da uno che non lo è.

E allora, piuttosto che ricominciare con le moralizzazioni fuori luogo bisognerebbe ad un certo punto soltanto prendere atto della realtà e cercare di trovare parole nuove e attuali. Così fa da tempo il Cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano (diocesi da sempre fulcro di un cattolicesimo democratico molto spesso lontano dalle intransigenze vaticane), che sul tema del sesso interviene così, rivolgendosi ai giovani della sua diocesi: «La dimensione affettiva e sessuale della vostra esistenza - spiega - corre il rischio, oggi più che mai, di essere interpretata e vissuta in modo errato e ingiusto: impostata cioè sull’istintività, sul “fanno tutti cosi”, sulla scusa che “tanto non faccio male a nessuno”, sul criterio che “più esperienze si fanno e più si matura” […] L’impostazione giusta - spiega - è quella di saper pensare, discernere distinguendo il bene dal male, rispettare profondamente la dignità e la libertà dell’altro, avere un cuore ricco di amore autentico, vivere con limpidità e coerenza tutto ciò che si riferisce alla sessualità e all’amore». Queste non sono parole di chiusura ... in queste righe non c'è neanche un "NO"!

Richiamare i giovani ad un'attenzione particolare, aiutandoli a vedere quali possono essere i rischi e invitandoli a saper pensare e a discernere. Lasciarli andare standogli dietro.

Il futuro siete voi!

“Il futuro siete voi” … questa è la frase che va per la maggiore … state sicuri che se pronunciate queste parole davanti ad una platea di giovani avrete assicurata la standing ovation. Ma chi prende in giro chi? Chi delega chi? Gli adulti relegano in questo modo il protagonismo dei giovani ad un futuro che gli adulti stessi assicurano ma che non sono capaci di prevedere, né tantomeno hanno interesse di assicurare. I giovani, da parte loro, confermano inconsapevolmente(?) l’idea che non hanno un presente nella responsabilità sociale ma che questo impegno viene rimandato al giorno dopo.

Nel presente ci siamo tutti: adulti, giovani, fanciulli, famiglie, single, religiosi, ecc… e se ci siamo tutti allora tutti siamo chiamati a vivere il proprio ruolo e, ancora, se ci siamo tutti allora è nei confronti di tutti che c’è bisogno di rivolgere il proprio pensiero e la propria attenzione. Nel dire ai giovani che il futuro è loro, implicitamente gli si dice che non hanno parte in questo presente e che quindi devono farsi da parte. Una volta che viene culturalizzato questo concetto allora siamo tutti liberi di chiamare i nostri giovani “bamboccioni” … ma la verità è che i giovani, oggi come oggi, sono la miglior risorsa che la nostra società possa avere a disposizione e questa risorsa si concretizza nell’istituzione scolastica ed universitaria, nelle quali, sarà un caso, nessun programma politico ha voglia di investire il proprio maggior impegno.

Il sapore dell'educare

E quando parlerai di educare non dimenticare che l'educare è sempre all'autonomia. Perchè, come per ogni essere vivente, educare è far crescere sulle proprie radici.
E non dimenticare neppure che l'educare sarà sempre alla libertà.
Educare è indicare una strada, mostrare dei punti di riferimento e lasciar partire ... è, da parte tua, lasciar cadere l'illusione che sarà la medesima strada percorsa da te.
Come un gabbiano, educare sarà dargli delle energie, del coraggio e lasciarlo nel cielo. E non sarai il solo ad educarlo, perchè l'aria e il suo coraggio, lassù, sosterranno il volo.
Non potrai formare degli essere liberi se non dando della libertà, e solamente vivendo il rischio della responsabilità, ne farai dei responsabili.
Stare in piedi, camminare ... aprire bocca, esprimersi ... saranno queste per un bambino le esperienze necessarie per diventare, pure lui, uomo come te. Ma qui riconoscerai domani anche il suo valore di adulto: la solidità di stare in piedi da solo, una parola aperta che non si nutre di ambiguità.

Educare è educare alla differenza e il primo a comprenderla sarai proprio tu: come una madre vedrai l'altro diventare grande e, ogni giorno di più, allontanarsi da te, differente.
Educare sarà accompagnarlo per mano, ma poi, seguirlo da lontano con lo sguardo ... sarà farsi vicino, per poi porre tra di voi una distanza che, tuttavia, vi legherà diversamente e per sempre.

Educare è costruire un uomo ...
è aiutarlo ad amare ciò che è differente piuttosto che averne paura, perchè sarà qui, tra le differenze, che vivrete la vostra vita di uomini. E il diverso vi interpellerà e vi farà avanzare, mentre il simile non farà che consolidare ciò che già siete.
Educare è trasmettere un sapere o una tradizione, per veder sorgere da essa una creatività nuova e diversa: l'avvenire in questo modo, prenderà forza in ciò che oggi tu saprai dare ... ma, la libertà di essere differente resterà la tua lezione più grande.

Sad ending

Ciao ragazzo, buona fortuna.
Spero che tu riesca a trovare una strada che sia la tua ... che tu riesca a sentirtela addosso un pò come l'eterna tuta che indossi sempre ... che tu riesca a trovare una persona di cui fidarti ciecamente senza pensare che tutto il mondo ce l'abbia con te ... che tu riesca a trovare un'isola di pace per la tua rabbia e che qualcuno sia lì con te a gioire.

"Nella pedagogia è come in tutto il resto: appena smettiamo di riflettere sui casi particolari (e, in questo ambito tutti i casi sono particolari), per regolarci nelle nostre azioni, noi cerchiamo l'ombra della buona dottrina, la protezione dell'autorità competente, l'avallo del decreto, la firma in bianco ideologica. Dopodichè ce ne stiamo saldi su certezze che nulla scuote, neppure la smentita quotidiana della realtà."
[Daniel Pennac "Diario di scuola"]

Incontro tra diventati

In occasioni come queste si ha la sensazione di divenire, di trovare una rampa che ti lanci verso una nuova soluzione. Rappresenta l'attimo nel quale dall'esterno ti viene fornito l'elemento con il quale mettersi in discussione e che nell'attimo dopo ti fa dire "ma è chiaro, come potevo non pensarci prima!". Passaggi che segnano la crescita e che lasciano felicità per la scoperta.

"Insomma, diventiamo. Ma non cambiamo un granchè. Ci arrangiamo con quello che siamo."
[Daniel Pennac]