Dubbi amletici parte seconda ... e forse ultima!

Da "La leggenda del pianista sull'oceano", splendido film di Giuseppe Tornatore con le musiche di Ennio Morricone, tratto dall'ancor più splendido libro di Alessandro Baricco "Novecento". Assolutamente da leggere e vedere!

“Tutta quella città, non si riusciva a vederne la fine. La fine. Per cortesia, si potrebbe vedere la fine?! Era tutto molto bello su quella scaletta e io ero grande, con quel bel cappotto. Facevo il mio figurone e non avevo dubbi che sarei sceso. Non c’era problema. Non è quello che vidi che mi fermò … è quello che non vidi. Puoi capirlo? Quello che non vidi. In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine. C’era tutto ma non c’era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. […]
Tu pensa un pianoforte. I tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro, tu sei infinito. E dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai … e questa è la verità, che non finiscono mai … quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio. […]
Cristo ma le vedevi le strade? Anche soltanto le strade ce n’erano a migliaia. Ma dimmelo come fate voi altri laggiù a sceglierne una. A scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare […]
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è. Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla quella enormità … solo a pensarla, a viverla."

Semplicemente splendido!

Dubbi amletici parte prima ... forse!

“Su google, se cerchi bene, ci trovi anche Dio” … è solo una battuta (anche se sarebbe interessante trovarcelo davvero!) però a pensarci bene la ricerca sul web da un po’ l’idea di uno spazio infinito. Scrivi una parola e vengono fuori centinaia di pagine da dover aprire, cui dare un’occhiata, perché poi scartarne una ti lascia sempre la sensazione di esserti perso un pezzetto di potenziale conoscenza intelligente!
Comunque sia è veramente un servizio fantastico e forse anche un po’ di moda e quindi succede che non c’è portale, sito, blog, che al suo interno non abbia in un angolino la magica parola “search”. E poi di motori di ricerca ce ne sono davvero tanti … e grazie ad una mia amica eccone un paio di stampo filantropo: Ecocho (ha anche la versione in nero!) e CercaInNero (made in italy!).

Finisce che il mondo della ricerca sul web diventa immenso e finisce che io ci penso un po’ e mi viene da dire che questa crescita esponenziale rientra in un meccanismo generale: quando uno strumento va bene succede sempre che sull’onda dell’emozione cresce troppo e si finisce per non capircisi più niente. Questo processo lo definirei nei soliti termini amletici: è nata prima la gallina o prima l’uovo? No perché ad un certo punto ci si ritrova sempre da una parte con un continuo ampliamento dello strumento e dall’altra con un altrettanto continuo aumento della difficoltà di usufruirne al meglio. Cosa a provocato cosa? No perchè succederebbe un casino se dovessimo cominciare a pensare che il principio di causa-effetto non è più di successione!

Ad una più o meno cronicizzata diminuzione delle capacità di scelta sulla propria vita si risponde con un esponenziale ampliamento delle possibilità di scelta (come fanno i neo diplomati oggi a scegliere un corso universitario?!) … cioè più tu non sei capace di fare scelte, prendere decisioni, e più io ti srotolo davanti svariate possibilità di scelta. Oppure hanno prima srotolato le scelte e poi è venuta meno la capacità di buttarcisi dentro … oppure gli stessi che non riescono a scegliere si sono inventati altre possibilità da poter non scegliere, oppure lo hanno fatto per poter dire “come si fa a prendere una decisione in tutto questo casino?!” … in tutto questo intravedo un conflitto di interessi.

Insomma, come ho detto prima, è la solita storia della gallina e dell’uovo, con annessa eterna rivendicazione di primogenitura; ovviamente rivendicazione da parte di terzi perché di solito la gallina e l’uovo sono spettatori/partecipanti paganti (e anche molto direi).

Occhi

Ci sono occhi che raccontano emozioni
lucenti e spalancati
vengono presto sottolineati dalle labbra
che si allungano mostrando un riso
che leggermente gonfia le guance

Occhi che nascondo una urgenza interiore
in un preciso istante riportata a galla
stimolata da immagini e suoni
trasformata in emozioni e parole

Attraverso quegli occhi risalire la corrente
come un salmone saltando fuori e dentro dal flusso
fino ad accarezzare l'intima possibilità in più per capirsi

Lectio magistralis!

Leo Tolstoy

Ho vissuto molto e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici. Una vita tranquilla, appartata, in campagna, con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità. E poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna e dei figli forse. Cosa può chiedere di più il cuore di un uomo.

ME ... ma non troppo

Siete capitati in un posto senza tempo. Quello che potete leggere in queste righe non ha riferimenti temporali riconoscibili; i post non sono datati e volutamente non è mai scontato che possano riferirsi a fatti e persone attuali.

Non ho mai voluto metterci troppo Luca dentro e ricerco sempre la quantità minima di parole adatte a descrivermi. Il fatto è che non sono io l'argomento di questo blog e per questo non è un posto di sfogo e poi perchè sono ancora legato all'idea che le relazioni significative (a dir la verità le uniche che ricerco costantemente) non possono essere giocate in uno spazio che non sia di contatto umano ricercato, custodito e curato.

Davanti una buona birra in un locale non con quella musica che cancella ogni possibilità di distinguere cosa sta cercando di dirti la persona che è seduta a 20cm da te, ma con un sottofondo di Janis Joplin o di quel pazzo di Giovanni Allevi ... ... in uno di quei cinema dove c'è ancora la scritta "attualità" e tra il primo e secondo tempo c'è il tempo di uscire a fumare e che in sala non c'è quell'atroce odore di fritto di pop-corn e che quando finisce il film resti seduto ad ascoltare la colonna sonora e a leggere i titoli di coda che sono sempre un tributo al lavoro e alle idee di qualcuno ... ... davanti a quella cosa fantastica che si chiama camino che non ho mai capito come fa ti ruba gli occhi e non riesci a fare altro che fissare il fuoco che poi se è inverno e sei sul divano con una coperta addosso diventa il paradiso terrestre ... ... a casa con qualcuno che ti è passato a trovare senza particolari motivi ma per il semplice fatto di scambiare due chiacchiere e rivedersi, non perdersi di vista, e magari buttare lì una cenetta improvvisata pur di stare ancora un pò insieme, o anche un caffè che non ci sta mai male, oppure quando passi tu e capita quella volta che quella persona ti manda a cagare perchè è impegnata ma che poi ti chiama quando ha finito ... ...

Probabilmente il segreto sta proprio nell'imprevedibilità, in quei gesti e parole che non ti aspetti che ti facciano felice che dopo un attimo pensi "questa persona non posso lasciarmela scappare". Un attimo di stupore che segna il passaggio tra l'indifferenza e l'interesse.

Fotografare

Mi piacerebbe saper fotografare. Imprimere in un’istantanea un’immagine significativa per avere l’occasione di non dimenticarla mai.

Mi piacerebbe avere sempre con me uno strumento per non dimenticare le impressioni e le sensazioni che la mia retina troppo presto deforma e dimentica. Conservare per sempre con me una manciata di pixel che sappiano ricordarmi limpidamente...

Mi piacerebbe anche che qualcuno a me vicino sapesse farlo. Per poter capire meglio come mi vede. Per potermi guardare con i suoi occhi.

Mi piacerebbe saper fotografare. E regalare a chi amo i loro ritratti, fatti dai miei occhi.

ON AIR now

Non servirà spiegarmi che il tempo non da il resto mai
Non servirà pregarmi se il cielo non da spazio ormai

È così che va via un po’ di noi
È così che se ne va
Senza tante parole senza fare più rumore, quel po’ di noi
E se ne va e non lascia più l’odore quel po’ di noi

Ti servirà cercarmi se il tempo chiede il resto poi
A te che non hai pianto mai e il tempo per il resto vuoi

È così e va via un po’ di noi
È così che se ne va
Senza tante parole senza fare più rumore, quel po’ di noi
E se ne va e non lascia più l’odore e nemmeno le parole quel po’ di noi

Ed è così che se ne va
È così che se ne va
È così che se ne va
È così che non tornerà

Tempo di noi

Ciò che stiamo vivendo non è come quando si è innamorati, è una cosa nuova ... è come se abbiamo scoperto che anche senza essere innamorati, o senza amarsi nel senso classico, esiste un territorio fatto di emozioni e scoperte che si possono vivere, condividere e donare.
Lì dove diventa difficile dirsi l'intimo ma si percecisce la sua estrema vicinanza, quasi a toccarlo, aprirlo, esplorarlo e ritrovarsi in esso vicini più che mai.
Ci si cerca e spesso ci si trova.
Senza sporcarsi troppo.
Evitare di non ritrovare la strada per tornare indietro.
Un gioco perverso ed eccitante.
Riempie il tempo di noi.
Un passo in avanti e poi ...

Il tecnicamente "stronzo"!

Post un pò lungo ... ma meritevole di esser letto tutto d'un fiato!

"Ci sono argomenti seri che la trattatistica accademica ha reso talmente noiosi da essere quasi impraticabili. O, al più, conditi da una tale dose di sottile retorica da rendere inevitabile l'assopirsi di ogni contrasto.
Quello del bastardo aziendale (lo "stronzo" della locuzione corrente "fuori onda") è parte di questo universo di buone maniere alla camomilla, in cui la ritrosia è direttamente proporzionale all'accumulo delle ipocrisie di qualità, favorite da decenni di governance fintamente normata.


Nella realtà, ciò che avviene è quasi sempre il seguente.
Chi scala gli organigrammi, più per ambizione che per merito, acquisisce la radicata convinzione di non dovere niente a nessuno, con la derivata inevitabile di potersi permettere ogni forma di rivalsa sui malcapitati che non hanno il suo passo nè le sue voglie.
Chi perde, o chi ha deciso di non concorrere perchè ha altri interessi o perchè la sua vita corre da altre parti, troverà sempre sulla sua strada chi si intigna a fargli pagare la colpa di essere così "fuori norma".

Gli "stronzi" hanno questo di bello, che li annusi al primo colpo e non ti sbagli quasi mai. Il guaio è che pensi, una volta conosciuti, di poterli anche controllare; e invece è proprio qui che ti sbagli: alla stronzaggine, infatti, non c'è mai limite.
Lo "stronzo" è tecnicamente "irredimibile".

[...]

Qui il dramma si fa serio, perchè un bastardo d'annata è capace di rovinarti la vita anche se tu fai l'indifferente. E non c'è nessuna procedura organizzativa che preveda la neutralizzazione degli "stronzi".

Sarebbe bello poter emanare un editto con il decalogo dello "stronzo" perfetto: quello da bandire dalle nostre vite. Ma sarebbe anche pericoloso; perchè poi un qualche residuo lo troveremmo disperso qua e là, anche in quelli che proprio "stronzi" non sono e, perchè no, fors'anche in noi stessi.
Meglio concentrare le qualità attitudinali e attribuirle senza divagazioni: un vero "stronzo" è pur sempre un buon capro espiatorio per un organismo che voglia sentirsi incolpevole, avendo sempre qualcuno su cui scaricare le negatività di tutti, "ad maiorem dei gloriam".

Il vero metodo "antistronzi", per quanto possa sembrare paradossale, è di non privarsi mai della presenza di qualche esemplare della categoria."

(Pier Luigi Celli)

Senza stupirci ancora ...


Oggi

"E' così terribile vivere circondato dal malanimo, avere sempre paura, essere sempre sul chi vive, sempre armato, è così terribile punire - si fanno ingiustizie anche senza volerlo -, così terribile dubitare, vedere ovunque tranelli, non mangiare tranquilli, non trovare riposo nel sonno, pensare sempre, anche negli attimi di tregua: "Ah mio Dio, che cosa mi faranno adesso?"
(Alphonse Daudet)

Questi giovani d'oggi!!!

Si parlava di tratti e problematiche della gioventù odierna.
Come al solito: mancanza di valori, incapacità di dialogo e relazione.

Dal punto di vista dell'adulto è difficile guardare i giovani di oggi mettendo da parte il mondo valoriale con il quale a sua volta è stato educato e quindi nel quale è vissuto. Dire che oggi c'è una forte mancanza di valori nella gioventù è forse la conseguenza di questa difficoltà. Se si prende troppo sul serio l'educazione ricevuta non si riesce a profetizzare l'educazione da fornire e a comprendere quale sia quella da intraprendere oggi (forse ho scritto due opzioni uguali!!!:)).

In pratica, per noi che abbiamo vissuto l’adolescenza senza il cellulare e senza le chat dobbiamo fare un grande sforzo per non cadere nella denigrazione dei valori adolescenziali di oggi, i quali invece hanno nel cellulare una protesi delle mani! Noi a quindici anni dovevamo telefonare a casa dell'amico per parlarci (nessuno aveva il cellulare) con il rischio normale di non trovarcelo perchè era uscito; quindi bisognava richiamare o lasciar detto se poteva richiamare lui ... lui quando richiamava aveva anch'egli il rischio di non trovarci in casa. Insomma, in un certo senso era tutto più complicato ma proprio per questo richiedeva negli adolescenti una forza interiore che era dovuta all'amicizia che si provava per quella determinata persona. L'amicizia si viveva con una profondità forse maggiore. Oggi la comunicazione tra persone è più istantanea: non c'è bisogno di uscire per parlare con un amico e quando si esce si sa esattamente dove e quando poter incontrare quella determinata persona.

Mi pare allora ovvio che, se da una parte si riconosce che sono cambiati gli strumenti, bisogna anche riconoscere che il loro largo uso porta ad una gamma di valori modificata e non alla sua scomparsa; non si può dire che oggi non si ha più il valore dell'amicizia ma piuttosto si può dire che l'amicizia, così come era intesa anni fa deve essere ridefinita e quindi intesa per certi aspetti in modo diverso. Non è possibile introdurre con forza nuovi strumenti (alcune volte più funzionali agli educatori che agli educandi) pretendendo che questi non cambino le cose: botte piena e moglie ubriaca?! Neanche per sogno! Ai giovani di oggi gliene diciamo di tutti i colori e questo è da incoscienti … uno dei rischi è che a forza di sentirselo dire poi ci credono anche loro, con tutto quello che di negativo può portare questa acquisizione.

Fare questo passaggio è importante altrimenti si potrebbe arrivare a dire che nel sistema relazionale attuale non c'è necessità di avere un determinato bagaglio di valori, cosa che invece non è vera.

Trasportato ...

il tuo profumo sulle lenzuola
mi accompagna leggero nella notte
ricordo di te che si fa sensibile
ti sento dentro e tu non cerchi di uscire
intrappolata e fuggevole

ho bisogno di te … sono strani giorni
nascondo tutto nelle vene
ritrovandomi a benedire la tua assenza
e a sperare in un’altra occasione

cerco le tue mani
riesco a stento a trattenere la voglia di afferrarle
di sentirne il calore ora più che mai
trovare il coraggio di fidarmi delle tue carezze
di aggredire la tua lontananza

mi lascio sedurre dalle tue manie

Yes we can? Si può fare? ... e allora daje!!!

Senza entrare nel merito dei messaggi cerchiamo comunque di prepararci … la prossima volta che ci saranno delle elezioni politiche (speriamo il più tardi possibile!) saremo invasi da questo tipo di comunicazione!

http://it.youtube.com/watch?v=jjXyqcx-mYY
Musica e video sono di Will I Am (dei The Black Eyed Peas) sul testo del discorso di Barack Obama "Yes we can".

http://it.youtube.com/watch?v=ghSJsEVf0pU
Stessa situazione del video di sopra, solo che questo non riprende testualmente le parole di un discorso intero di Obama. Se non sbaglio questo è il primo della saga "videoclip per il sostentamento del politico".

http://it.youtube.com/watch?v=CjGtwJUQq-I
Ed è qui che volevo arrivare ed è questo video che mi ha fatto pensare a quanto scritto all'inizio del post. Ispirato ai video realizzati negli States per Obama, questo è stato creato da otto giovani professionisti della comunicazione per supportare il nostro Valter Veltroni.

http://it.youtube.com/watch?v=3gwqEneBKUs&feature=related
Ma la cosa più interessante sta in questo video ... immagino se a qualcuno venisse in mente di farne uno così in "onore" di Silvio Berlusconi! Io voto per gli otto giovani comunicativi ... :)